Olivelli ricordato da papa Francesco

“A Vigevano, è stato proclamato Beato il giovane Teresio Olivelli, ucciso per la sua fede cristiana nel 1945, nel lager di Hersbruck”. Lo ha annunciato Papa Francesco dopo l’Angelus, ricordando alla folla dei fedeli che il martire partigiano “ha dato testimonianza a Cristo nell’amore verso i più deboli e si unisce alla lunga schiera dei martiri del secolo scorso”. “Il suo eroico sacrificio – ha invocato Bergoglio – sia seme di speranza e di fraternità soprattutto per i giovani”. Nell’omelia della celebrazione di Vigevano, riporta Avvenire, il cardinale Amato ha esaltato la figura di Olivelli – il “ribelle per amore” come spesso è chiamato ricordando la preghiera da lui stesso composta – patriota eroico e cattolico virtuoso, che “combatté il male con tutte le sue forze di fede e intelligenza non «con armi letali, ma con quella energia benefica e divinamente invincibile che è la carità”.

Tra i concelebranti c’erano l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini con monsignor Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberga, nel cui territorio si trova Hersbruck e il vescovo di Vigevano Gervasoni. Presente anche monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi dove viene venerato Odoardo Focherini, altro martire di Hersbruck.

Articolo: http://www.farodiroma.it/2018/02/04/francesco-ricorda-beato-teresio-olivelli-ribelle-amore/

Anche il Jerusalem Post commenta la beatificazione di Focherini

“Focherini, un Giusto che rispondeva ai piu’ alti principi morali”

Una decisione creerà un ulteriore legame tra cristiani ed ebrei, “arricchendo e approfondendo ulteriormente il nostro dialogo”.

L’American Jewish Committee, nella figura di Lisa Billig, sua rappresentante in Italia e presso la Santa Sede, valuta molto positivamente la decisione della Chiesa cattolica di beatificare Odoardo Focherini.

“Già proclamato Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem di Israele per aver rischiato e pagato con la vita il salvataggio di un centinaio di ebrei perseguitati durante la seconda guerra mondiale, Odoardo Focherini – si legge nella nota diffusa alle agenzie di stampa – agì disinteressatamente in conformità con i più alti principi morali condivisi dalle nostre due fraterne religioni”. L’intervento di Lisa Billig, che oggi ne scrive anche sul prestigioso quotidiano in lingua inglese Jerusalem Post, arriva a completamento delle parole pronunciate negli scorsi giorni dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna che, nelle ore in cui l’iniziativa veniva presentata alla stampa, aveva reso omaggio alla figura di Focherini sottolineando come “il suo coraggio, i suoi ideali, il suo amore per la vita non sono stati dimenticati” e come la sua memoria “continuerà ad essere fonte di ispirazione anche per le future generazioni”.
Dichiarazioni riportate con grande rilievo dalla stampa cattolica e dallo stesso Jerusalem Post.

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Tutte le curiosita’ sulla reliquia ed il reliquiario di Odoardo Focherini.

reliquia particolare

E’ la fede nuziale la reliquia ufficiale scelta dalla Diocesi di Carpi per il beato Odoardo Focherini. Si tratta della vera originale che il giovane Odoardo ricevette da un’altrettanto giovane Maria Marchesi nel 1930, come impegno di amore eterno nel giorno del matrimonio. Focherini aveva con se la fede nuziale il giorno dell’arresto nel marzo 1944. Venne quindi fatta uscire dal carcere e consegnata alla moglie Maria poco dopo l’arresto del giornalista da parte dei nazi-fascisti. L’anello d’oro rimase per anni tra i pochi oggetti personali del marito in possesso di Maria Marchesi. Nel maggio del 1989, alla sua scomparsa, la fede è stata ereditata da Luca Semellini, nipote di Focherini ed orafo a Carpi, che l’ha conservata con cura, come si fa con gli oggetti cari di famiglia, senza tuttavia immaginare di avere in mano la reliquia del futuro beato.

Non senza un’inevitabile pausa di riflessione Semellini ha deciso di accogliere quest’anno la richiesta della Diocesi di concedere con la formula del “prestito perenne” la vera nuziale. Ha potuto però contribuire alla creazione del reliquiario, in particolare modo alla parte centrale, quella che vede incastonata la fede d’oro (vedi foto). “E’ stata una esperienza bella e vorticosa, che  mi ha portato a creare di getto. Credo di averci messo tutto quello che volevo esprimere – ha affermato Semellini nel fornire i dettagli dell’opera – La fede nuziale è saldamente ancorata alla croce, a rappresentare un’unione che mi pare abbia accompagnato tutta la vita del nonno. Appoggia su di una supporto rotondo, simbolo di eternità, per dimostrare che le persone, le loro idee ed i buoni intenti non hanno tempo”.

Il nipote di Focherini ha poi voluto mettere il filo spinato. “Va inteso come sacrificio, olocausto, nonché comunione con la passione di Gesù e la corona di spine. Lo stesso filo – precisa – è volutamente e prepotentemente divelto per dimostrare l’impossibilità dello stesso di contenere le idee e l’immortalità del nonno, che rimane vivo dentro noi, in quelli che ha salvato ed in tutti coloro che ne porteranno avanti la memoria e gli insegnamenti”. La scelta di mettere l’anello inclinato non è casuale ma al fine di “poter scorgere il nome del nonno e della nonna,  oltre che la particolare lavorazione. Ho unito l’opera con sette saldature, quanti sono i figli avuti dalla coppia. Una di queste è stata poi volutamente staccata per rappresentare Attilio, il figlio morto ad 11 anni nell’estate del 1946”, racconta l’orafo carpigiano.

Il resto del reliquiario è opera di  Paul De Dos Moroder che ha utilizzato legno della Val di Non mentre i sassi provengono da Hersbruck, il campo di concentramento dove Focherini morì nel dicembre del 1944 e con ogni probabilità finì in un forno crematorio. L’impossibilità di avere il corpo od una parte di esso, come avviene spesso per santi e beati, ha posto il problema della scelta della reliquia ufficiale. La decisione di Luca Semellini di concedere la fede nuziale del nonno è stata fondamentale quanto preziosa. Gli oggetti personali del Beato infatti giunti fino a noi sono pochi: una  penna stilografica, un orologio, un’armonica, un vestito elegante, una fisarmonica ed una cassettiera. In quest’ultimi casi, in effetti, sarebbe stato davvero complesso avere un reliquiario degno di questo nome.

(Articolo a cura di Alberto Solieri, giornalista)

‘I Giusti’ in Emilia Romagna, inaugurazione della mostra a Carpi

Lunedì 27 maggio ore 18.30
presso la Casa del Volontariato, Viale B. Peruzzi 22, Carpi
verrà inaugurata la mostra

I GIUSTI TRA LE NAZIONI                                                                                                 I NON EBREI CHE SALVARONO GLI EBREI IN EMILIA ROMAGNA
1943-1945

Invito

 

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