Clicca qui per vedere il documentario preparato da TV2000 su Odoardo Focherini e la sua Beatificazione, già andato in onda sulla tv presente sulla paittaforma Skye sul digitale terrestre.
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La celebrazione della beatificazione di Odoardo Focherini sarà trasmessa il 15 giugno a partire dalle ore 9,00 su:
– Telepace, canale 850 della piattaforma SKY e 94 del digitale terrestre. Sarò inoltre visibile in streaming sul www.telepace.it
– E’ tv – Antenna 1, canale 891 della piattaforma SKY e 10 del digitale terrestre in Emilia-Romagna.
– Giovanni Paolo TV, canale 93 del digitale terrestre e in diretta streaming su www.giovannipaolotv.it
E’ la fede nuziale la reliquia ufficiale scelta dalla Diocesi di Carpi per il beato Odoardo Focherini. Si tratta della vera originale che il giovane Odoardo ricevette da un’altrettanto giovane Maria Marchesi nel 1930, come impegno di amore eterno nel giorno del matrimonio. Focherini aveva con se la fede nuziale il giorno dell’arresto nel marzo 1944. Venne quindi fatta uscire dal carcere e consegnata alla moglie Maria poco dopo l’arresto del giornalista da parte dei nazi-fascisti. L’anello d’oro rimase per anni tra i pochi oggetti personali del marito in possesso di Maria Marchesi. Nel maggio del 1989, alla sua scomparsa, la fede è stata ereditata da Luca Semellini, nipote di Focherini ed orafo a Carpi, che l’ha conservata con cura, come si fa con gli oggetti cari di famiglia, senza tuttavia immaginare di avere in mano la reliquia del futuro beato.
Non senza un’inevitabile pausa di riflessione Semellini ha deciso di accogliere quest’anno la richiesta della Diocesi di concedere con la formula del “prestito perenne” la vera nuziale. Ha potuto però contribuire alla creazione del reliquiario, in particolare modo alla parte centrale, quella che vede incastonata la fede d’oro (vedi foto). “E’ stata una esperienza bella e vorticosa, che mi ha portato a creare di getto. Credo di averci messo tutto quello che volevo esprimere – ha affermato Semellini nel fornire i dettagli dell’opera – La fede nuziale è saldamente ancorata alla croce, a rappresentare un’unione che mi pare abbia accompagnato tutta la vita del nonno. Appoggia su di una supporto rotondo, simbolo di eternità, per dimostrare che le persone, le loro idee ed i buoni intenti non hanno tempo”.
Il nipote di Focherini ha poi voluto mettere il filo spinato. “Va inteso come sacrificio, olocausto, nonché comunione con la passione di Gesù e la corona di spine. Lo stesso filo – precisa – è volutamente e prepotentemente divelto per dimostrare l’impossibilità dello stesso di contenere le idee e l’immortalità del nonno, che rimane vivo dentro noi, in quelli che ha salvato ed in tutti coloro che ne porteranno avanti la memoria e gli insegnamenti”. La scelta di mettere l’anello inclinato non è casuale ma al fine di “poter scorgere il nome del nonno e della nonna, oltre che la particolare lavorazione. Ho unito l’opera con sette saldature, quanti sono i figli avuti dalla coppia. Una di queste è stata poi volutamente staccata per rappresentare Attilio, il figlio morto ad 11 anni nell’estate del 1946”, racconta l’orafo carpigiano.
Il resto del reliquiario è opera di Paul De Dos Moroder che ha utilizzato legno della Val di Non mentre i sassi provengono da Hersbruck, il campo di concentramento dove Focherini morì nel dicembre del 1944 e con ogni probabilità finì in un forno crematorio. L’impossibilità di avere il corpo od una parte di esso, come avviene spesso per santi e beati, ha posto il problema della scelta della reliquia ufficiale. La decisione di Luca Semellini di concedere la fede nuziale del nonno è stata fondamentale quanto preziosa. Gli oggetti personali del Beato infatti giunti fino a noi sono pochi: una penna stilografica, un orologio, un’armonica, un vestito elegante, una fisarmonica ed una cassettiera. In quest’ultimi casi, in effetti, sarebbe stato davvero complesso avere un reliquiario degno di questo nome.
(Articolo a cura di Alberto Solieri, giornalista)
Si terrà a lunedì 10 giugno, ore 10,30, presso il Seminario Vescovile di Carpi. C.so Fanti 44, la conferenza stampa di presentazione della celebrazione di Beatificazione di Odoardo Focherini.
La cerimonia di terrà a Carpi (MO), sabato 15 giugno. Odoardo Focherini, sposo e padre di sette figli, assicuratore, presidente dell’Azione Cattolica di Carpi, giornalista e amministratore de “L’Avvenire d’Italia”, salvò più di 100 ebrei dalla deportazione. Catturato e incarcerato in odio alla sua fede cattolica, morì nel campo di concentramento tedesco di Hersbruck nel 1944, a soli 37 anni. Medaglia d’Oro al Merito Civile della Repubblica Italiana, è il primo giornalista “Giusto tra le Nazioni” allo Yad Vashem di Gerusalemme e beato, e il primo italiano ad essere beatificato anche per aver salvato degli ebrei dalla persecuzione nazista.
INTERVERRANNO ALLA CONFERENZA STAMPA
Monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi
Enrico Campedelli, Sindaco di Carpi
Andrea Venturini, Presidente Consiglio Comunale di Mirandola
Maria Peri, storica, nipote di Odoardo Focherini
Don Luca Baraldi, Presidente del Tavolo di lavoro per la Beatificazione di Odoardo Focherini
Saranno presenti i presidenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Gianfedele Ferrari, e della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, Edmondo Trionfini.
Di seguito la sintesi degli interventi alla conferenza stampa nazionale, tenutasi il 4 giugno a Roma, di presentazione della Beatificazione di Odoardo Focherini che sarà celebrata il 15 giugno a Carpi (MO).
Monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi
“I santi sono dichiarati tali non per rimanere nel cielo, ma perché devono accompagnare la vita degli uomini. Dopo aver vissuto una breve esistenza a Carpi, Odoardo sta per ritornare perché la sua opera e missione continua. Oggi come allora, la nostra Diocesi ha bisogno di lui, perché ci ricorda una verità fondamentale che appartiene a ogni discepolo di Cristo: il martirio accompagna il cammino della Chiesa, che cresce, trova la sua ragione più profonda nell’essere partecipe del destino stesso di Gesù.
La testimonianza di vita cui questo ci richiama, deve raggiungere tutte le situazioni quotidiane: per amore di Cristo e dei fratelli, Focherini ha fatto della sua vita, del suo lavoro, dell’amore per la sua famiglia, della sua attività di giornalista, una continua offerta al Signore, così come ha appreso maturando e impegnandosi in seno alla tradizione spirituale dell’Azione cattolica.
Sottolineo inoltre l’importanza delle relazioni, cui egli non si è mai sottratto, offrendo il suo tempo e le sue migliori energie, e che ha valorizzato in una dimensione anche soprannaturale, come ci dimostrano i suoi scritti. La realtà della sua vita ci ricorda che noi siamo stati voluti e creati da Dio per questa relazione con Lui e con i fratelli.
Focherini è l’uomo della libertà: per questo ha potuto offrire la sua vita. La sua libertà nasce in lui dall’adesione alla Verità che è Cristo e proprio perché si è fatto discepolo di Cristo ha potuto essere libero, ha vissuto la sua fede a 360 gradi.
Raccontava un nostro sacerdote diocesano, don Giuseppe Tassi: ‘Più volte ho visto Odoardo arrivare trafelato qualche minuto prima dell’una a fare la comunione (allora l’una era l’ora fatidica, una volta scoccata non si poteva più distribuire l’Eucaristia, tanto che in seguito il vescovo monsignor Pranzini gli dette il permesso di farla anche se l’ora era trascorsa). Odoardo ne aveva bisogno. Ho capito poi tutto il resto fino all’offerta suprema: quella comunione quotidiana, quell’ostinata comunione quotidiana, non era solo la molla della sua dedizione appassionata alla causa del Regno. Era anche il tramite della sua comunione con i ragazzi, i giovani dell’Ac che lì, Gesù e lui uniti, se li portavano in cuore perché potessero imparare a crescere liberi da tutto e da tutti, persino da se stessi per vivere totalmente la gioia dell’amore a Dio e ai fratelli. È da quell’incontro che è maturato via via l’uomo, il cristiano, lo sposo e padre, l’apostolo, il martire. E la testimonianza di Odoardo, ne sono convinto, è nata da quell’incontro quotidiano’.
Ci ricorda infatti il Concilio, di cui celebriamo il 50esimo anniversario, e ce lo ricorda anche l’Anno della Fede che stiamo vivendo: chi incontra Cristo diventa più umano, più autentico. Odoardo si è sporcato le mani in ogni ambito di vita, anche correndo il rischio di non essere capito, ma ha accettato di essere profezia nel mondo, ed è questa la missione di ogni cristiano”.
Padre Giovangiuseppe Califano ofm, Postulatore della Causa di Beatificazione
“Nel 1994, anno in cui ricorreva il 50° anniversario della morte del Servo di Dio, perdurando la fama del suo martirio, si posero i primi atti per l’avvio della Inchiesta Diocesana, in vista dell’auspicata beatificazione.
Il Processo si svolse presso la Diocesi di Carpi dal 30 marzo 1996 al 26 maggio 1998. Furono ascoltati 19 testimoni e si raccolsero le prove documentali dell’asserito martirio.
Nel corso della fase romana della Causa, fu elaborata la Positio super martyrio, con la preziosa collaborazione del compianto don Claudio Pontiroli.
Il giudizio sulla Causa è stato espresso dal Congresso dei Teologi, il 16 ottobre 2007 e dai Padri Cardinali e Vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, riuniti in due successive Congregazioni Ordinarie sotto la Ponenza di S.Ecc.za Rev.ma Mons. Lorenzo Chiarinelli: il 3 giugno 2008 e il 3 aprile 2012.
L’approfondimento dei motivi del martirio materiale e del martirio formale del Servo di Dio, condotto dal Ch.mo Prof. Ulderico Parente, ha permesso di giungere alla sentenza definitiva di riconoscimento della morte in odium fidei, espressa dal Santo Padre Benedetto XVI nel relativo Decreto del 10 maggio 2012”.
Franco Miano, Presidente dell’Azione Cattolica Italiana
“Nell’incontro con l’Azione Cattolica Italiana del 4 maggio 2008, Benedetto XVI, riferendosi alle immagini dei santi, beati, venerabili e servi di Dio dell’associazione affisse attorno alla Basilica, tra le quali c’era anche quella di Odoardo Focherini, ha sottolineato: «La magnifica corona dei volti che abbracciano simbolicamente Piazza San Pietro è una testimonianza tangibile di una santità ricca di luce e di amore. Questi testimoni, che hanno seguito Gesù con tutte le loro forze, che si sono prodigati per la Chiesa e per il Regno di Dio, rappresentano la vostra più autentica carta d’identità».
L’Azione Cattolica Italiana accoglie con gioia l’imminente beatificazione di Odoardo Focherini, che ha saputo incarnare, in forma esemplare, la santità fino al martirio. In questa tensione, non si può non ravvisare una risposta piena al più alto ideale associativo, che, per riprendere ancora le parole di Papa Benedetto, è chiamato a «mantenersi fedele alle proprie profonde radici di fede, nutrite da un’adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo»”.
Marco Tarquinio, Direttore responsabile di “Avvenire”
“Il nostro tempo, in tutti i continenti, anche in Europa, è ancora e sempre un tempo di martiri per la fede, ma non ce ne rendiamo quasi conto, non lo pensiamo e, dunque, di fatto non lo sappiamo più. Eppure per la fede in Gesù e per amore di coloro che ci sono fratelli e sorelle in umanità si arriva anche oggi a perdere la vita. La beatificazione di Odoardo Focherini, come già il 25 maggio quella di Padre Pino Puglisi, ci pone davanti agli occhi la realtà e l’esempio di scelte di adesione a Cristo che culminano nel sacrificio totale di sé, per l’impegno senza riserve a realizzare un bene più grande del proprio e per la ferocia del male che si oppone a questo bene comune.
Nel caso di Focherini, il male era la follia anti-ebraica del nazismo e del fascismo. Il bene è, e resta, la difesa della verità dell’uomo e sull’uomo ed è, perciò, abbraccio a ogni singola persona minacciata, è passione per la giustizia, è fraternità senza esitazione né calcolo. Quella sua radicale obiezione di cristiano di fronte a una terribile volontà di discriminazione e di sterminio è ancora oggi la sola risposta in coscienza possibile alla disumanità, comunque essa si manifesti.
[…] La vita e la morte – non cercata, ma ricevuta come prezzo per la fedeltà a ciò che davvero vale – del beato Odoardo Focherini ci dicono che un «uomo di parole» può essere nel modo più esemplare anche un «uomo di parola». Focherini nel mondo dell’editoria cattolica diede il meglio di sé come saggio e solido amministratore di giornale; non era infatti quello che definiremmo un giornalista scintillante, ma la sua coraggiosa testimonianza nell’oscurità della notte del male assoluto, nel tempo della Shoah, è stata ed è esattamente questo: scintillante, di una semplicità purissima. Lui, adesso, ci sta davanti come uomo della Parola incarnata”. (Tratto da Avvenire-Bologna7, 2 giugno 2013)
Antonello Cattani, Direttore commerciale della Società Cattolica di Assicurazione
“La funzione di chi dedica la sua attività alla assicurazione… più che un mestiere o professione è esercizio di missione sociale a vantaggio dei singoli e della collettività”. Così si esprimeva Odoardo Focherini in uno dei suoi scritti e continuava: “Direi che assicuratori si nasce così come si nasce pittori, scultori, giornalisti, filodrammatici”.
La Cattolica ha nella propria missione professionale quanto riportato dal nostro ammirato collega. Ciascuno di noi, dipendente, agente, socio, sa bene che al centro dei nostri interessi vi deve essere la persona, l’uomo. Noi incontriamo ogni giorno molte persone a cui dobbiamo rispetto e attenzione, proponendoci di offrire i migliori prodotti, quelli più adatti alle esigenze di ciascuno, in maniera chiara ed esaustiva.
La figura di Odoardo ha sicuramente meglio rappresentato il desiderio dei nostri Padri Fondatori che, in una canonica del veronese, nel 1896, hanno voluto unire le forze per dare le risposte migliori alle esigenze nascenti di quel periodo così particolare della storia italiana, di “coprire” le possibili azioni naturali che potevano mettere in gravi situazioni le famiglie, cercando così di rispondere a quelle ansie sociali che si creavano e esercitando così questa “missione sociale a vantaggio dei singoli e della collettività”. Per Cattolica, a tutti i livelli, riscoprire Odoardo Focherini è ripensare alle nostre figure professionali tenendo sempre presente la funzione sociale del nostro lavoro”.
Francesco Manicardi, Giornalista, nipote di Odoardo Focherini
“Papa Francesco ha recentemente parlato di cristiani ‘da salotto, educati ma senza fervore’. Il fervore era quello di San Paolo, ma è difficile pensare ad una sintesi migliore di questa per descrivere l’attualità di Odoardo Focherini, una figura che ci ricorda il messaggio di Cristo: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’, anche se le tue parole e le tue opere daranno fastidio a chi nel Vangelo non si riconosce.
I familiari di Odoardo presenti alla Beatificazione saranno oltre una cinquantina tra figli e coniugi, 15 nipoti, 21 pronipoti e altri parenti. Tutti accomunati dalla convinzione che questo riconoscimento eccezionale di Odoardo, marito e padre, comprenda anche la figura di Maria Marchesi, moglie amorevole e fedele, madre premurosa di sette figli cresciuti da sola negli anni difficili del secondo dopoguerra, poi nonna di 15 nipoti che ne conservano un ricordo profondo. Senza Maria, Odoardo non avrebbe potuto compiere ciò che ha compiuto. Non si tratta della ‘grande donna’ che sta dietro ad un grande uomo ma piuttosto di una coppia che ha saputo condividere i valori, le scelte, la vita fino in fondo ‘nella gioia e nel dolore’ – come recita la promessa matrimoniale.
Mi preme sottolineare questa dimensione sponsale e paterna perché può ispirare tanti uomini e tante donne del nostro tempo. La beatificazione arriva al culmine di una serie di riconoscimenti che fanno di Odoardo una persona imitabile, un esempio ammirabile e raggiungibile di vita spirituale, sociale e civile per le presenti e future generazioni”.
Martedì 4 giugno alle 12.30 presso la Sala Marconi della Radio Vaticana a Roma si terrà la conferenza stampa di presentazione della Beatificazione di Odoardo Focherini che si terrà sabato 15 giugno alle ore 9.30 in Piazza Martiri a Carpi (MO).