«Ed ora ascolta, perché so che tu puoi ascoltarmi ed io ti rivedo in questo istante, vivo, come se tu mi fossi apparso davanti con il tuo inimitabile sorriso. […]
Queste pagine voglio siano un colloquio con te; ora tu mi sei vicino forse come non mai mi fosti nel breve ma pieno nostro sodalizio.
La fede che ci unisce e di cui mi desti mirabile esempio, abolisce il distacco terreno nell’eternità che ci attende.
Tu ci hai preceduti nella Casa del Padre, superando di un balzo la prova.
Noi superstiti ti sentiamo beato.
E chi se non te può aver ricevuto il premio, tu che hai preso con tanto impegnola tua qualità di cristiano ed hai amato sino alla morte coloro che il Signore ti aveva affidato?
Noi abbiamo bisogno del tuo aiuto ancora e della tua preghiera. Siamo noi che abbiamo ancora bisogno di te, per poter trovare nella tua preghiera la forza di vivere sin tanto che il Signore vorrà e di fornire sino alla fine quanto il Signore ci chiede. […]
Non passa giorno che io non parli di te. Non passa giorno che io pensando ai miei morti che hai consolati, guardando i miei vivi che son vivi perché tu li hai salvati, non tragga dalla tua presenza, dal tuo esempio una serena forza che mi aiuta a sopportare la mia croce, a compiere meno indegnamente il mio dovere, ad amare meglio di quanto non saprei Iddio; non pensi che una eguale pena è vissuta con un sforzo eroico, dalla tua Maria, nella tua casa, accanto ai tuoi figlioli.
E in quella pena ci sentiamo uniti per benedire il tuo sacrificio ed il nostro dolore che ci avvicina a Dio crocifisso».
Giacomo Lampronti, Mio fratello Odoardo, pp. 87-99
Giacomo è stato salvato con la moglie e i due figli da Odoardo